Chi vive solo in questo momento sta meglio o peggio di chi è costretto a dividere i propri spazi, spesso non grandissimi, con persone che normalmente nella vita pre-covid vedeva al massimo la sera per un paio d'ore? Riscoperta dei legami familiari o dell'istinto omicida? Genitorialità felicemente ritrovate o rimpianto per non essersi legate le tube quando si era ancora in tempo? E la scrittura sta meglio in solitudine o in compagnia?
Note:
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1:53 Quando Slater dice “La solitudine sembra sempre una malattia alle altre persone” cita lo scrittore Pier Vittorio Tondelli.
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2:32 Quando Slater dice “il fine di tutte le nostre maledizioni è perdersi nel gioco” sta citando lo scrittore Giorgio Manganelli.
- Slater fa riferimento al carteggio tra Virginia Woolf e Lytton Strachey, che sta attualmente traducendo con Alessandro Giammei.
- La Sandra Petrignani a cui Michela fa riferimento a
17:40 è la scrittrice. https://it.wikipedia.org/wiki/Sandra_Petrignani
- Il libro di Slater intitolato "La gioia piccola di essere quasi salvi" è questo: https://www.edizioninottetempo.it/it/prodotto/la-gioia-piccola-dcesser-quasi
- Il libro "Spiaggia libera tutti" di Slater è questo: https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788842093732
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20:10 L'Alessandro a cui fa riferimento Michela è il critico Alessandro Giammei, professore di italianistica negli Stati Uniti e suo figlio d'anima. https://brynmawr.academia.edu/AlessandroGiammei
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23:27 L'espressione "popolo di dura cervice" citata da Michela è il versetto 9 del libro dell'Esodo, capitolo 32. "Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervice."