Italiani soli, anziani e cassintegrati: nelle mense torinesi i nuovi poveri dell'era Covid
Sono le dieci del mattino e di fronte ai Bagni Pubblici di via Agliè, nel quartiere Barriera di Milano, a Torino, si è già formata la coda. Loro sono quelli che una volta al mese vanno a ritirare il pacco alimentare. Ci sono due uomini in coda, entrambi in cassa integrazione, hanno famiglia e non riescono a fare fronte a tutte le spese. I numeri fanno paura, e a dirlo è Torino Solidale, la rete creata dal Comune durante l'emergenza coronavirus per venire in contro alle famiglie in difficoltà. "Prima dell'epidemia - spiegano dall'assessorato al Welfare - facevamo 9mila pasti al mese, ora la cifra si aggira a 19mila". . .Nell'ultimo mese hanno chiesto aiuto 10 mila famiglie: "Ci sono molti italiani soli, anziani e disabili che vengono a prendere il pacco alimentare - racconta Erika Mattarella, responsabile dei Bagni Municipali della Casa del Quartiere di Barriera di Milano - ovviamente i numeri sono raddoppiati a causa del Covid. Abbiamo molte badanti e persone che lavorano in nero, quindi che non riescono ad accedere agli aiuti. A questi si aggiungono i numeri che c'erano già prima. Qui durante il lockdown abbiamo visto la povertà vera. Ma questo è un quartiere che si aiuta". . .Poi ci sono le mense dei poveri, che sono tante e adesso a causa del virus consegnano solo i pasti caldi, dentro non ci entra più nessuno. "I numeri sono raddoppiati anche da noi - spiegano Fra Mauro e Fra Davide, responsabili del centro di carità Sant'Antonio - quello che ci ha fatto male è stato vedere arrivare persone nuove, per loro era la prima volta. Alcuni di loro hanno pianto quando gli abbiamo consegnato il sacchetto. Si tratta di un periodo davvero complicato". . .di Francesca Lai
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