Eduardo De Filippo - Ditegli Sempre Di Si
« Un anno di manicomio! E che si scherza? »
(Michele Murri ricorda il tempo che ha passato in manicomio, Ditegli sempre di sì)
Ditegli sempre di sì, è una commedia in due atti scritta da Eduardo De Filippo nel 1927; Dalla terza edizione del 1962 è contenuta nella raccolta intitolata Cantata dei giorni pari.
Un'erronea stampa nell'edizione della Cantata del 1962, curata dallo stesso Eduardo, ne colloca la data di composizione al 1932, che è invece la data di rappresentazione. Nell'edizione del 1971, sempre a cura del drammaturgo, viene correttamente riportato il 1927 come data di stesura.
La commedia fu scritta da Eduardo per Vincenzo Scarpetta due anni prima la data della prima messa in scena che avvenne proprio ad opera di Scarpetta nel 1927.
La riproposizione da parte della compagnia Teatro Umoristico I De Filippo fu invece del 1932 per la regia di Eduardo, al Teatro Nuovo di Napoli e nella commedia recitano, oltre ai tre fratelli De Filippo, tra gli altri, anche Tina Pica e Dolores Palumbo.
La commedia, dopo la tournèe del 1932 che tocca Milano e Roma, viene riproposta il 12 ottobre 1955 al Teatro Eliseo di Roma e, per la televisione l'8 gennaio 1962 (trasmessa da Rai 2) per la regia dello stesso Eduardo.
Altra importante rappresentazione per Ditegli sempre di sì, quella della compagnia di Luca De Filippo che la porta in scena alla Biennale Teatro '82 a Venezia ed anche qui la regia è firmata da Eduardo stesso, mentre la parte che fu sua nelle precedenti rappresentazioni (quella di Michele Murri) viene interpretata da Luca.
Ulteriori rappresentazioni si ebbero nella stagione 1997-98 per la regia di Luca De Filippo e, all'estero, a Los Angeles, nel 1997.
Trama-
Michele, appena uscito dal manicomio, torna a casa dove lo attende la sorella Teresa, che è la sola a conoscere i suoi trascorsi di pazzia. Michele sembra guarito, ma prende alla lettera tutto ciò che gli viene detto e, credendo che la sorella voglia sposare Don Giovanni, suo padrone di casa, ne parla alla figlia Evelina. Al pranzo di compleanno dell'amico Vincenzo Gallucci, un altro equivoco viene generato da Michele che invia un telegramma al fratello di Vincenzo per annunciare la morte dell'amico. Nel finale, la pazzia di Michele torna a farsi più evidente: diffonde la falsa voce che il giovane Luigi, il corteggiatore della figlia di don Giovanni, è pazzo, e quindi cerca di tagliare la testa al povero giovane, per guarirlo;
« La causa di tutti mali,dov'è? Nella testa!
Michele viene fortunatamente fermato in extremis dalla sopravvenuta sorella e riportato in manicomio.