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C’è un software che può nascondersi nei nostri smartphone senza che ce ne accorgiamo e spiare tutto quello che facciamo. Sta già succedendo, e non in qualche lontano regime autoritario, ma qui da noi, in Italia. Sta già succedendo e non per salvarci dalle trame di pericolosi terroristi, ma per controllare le attività di giornalisti e attivisti per i diritti umani.
È stato chiamato il “caso Paragon”, dal nome della società israeliana che produce Graphite. Uno strumento così potente, sofisticato e costoso da essere a disposizione soltanto di un limitato numero di paesi e dei loro servizi segreti. E che in Italia è stato usato per spiare Francesco Cancellato, il direttore di un giornale, Fanpage.it, che ha fatto inchieste sui partiti di governo, e almeno altre tre persone impegnate nel salvataggio e nell’accoglienza dei migranti.
Ma allora, chi c’è dietro questa attività? Qual è il suo scopo? Quali potrebbero essere le conseguenze per il governo? Siamo tutti intercettabili? Insomma, cosa sappiamo del caso Paragon?
Per guidarci nell’argomento di oggi ho chiesto aiuto ad Alessia Candito, giornalista di Repubblica che sta seguendo dal primo giorno il caso Paragon.
RECAP, di Alessio Balbi, è il posto per capire le notizie in maniera semplice, senza dare niente per scontato
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Montaggio: Francis J. D'Costa
Riprese: Luciano Coscarella
Grafiche: Santiago Martinez de Aguirre
Fonico: Antonio Barillà
00:00 | Intro
01:23 | Cosa è Paragon
02:41 | Come è stata scoperta l’attività di spionaggio illegale
04:28 | Come funziona il software spia Graphite e come difendersi
07:08 | Chi sono le persone spiate e cosa le lega
09:00 | I sospetti sul governo italiano
13:01 | Le accuse di Salvini ai servizi segreti
15:01 | Quali paesi sono clienti di Paragon
16:54 | Il governo chiamato a riferire in Parlamento